Black Mirror 5×01: la nostalgia è una vipera che colpisce duro

Avete presente quei periodi della vostra vita in cui tutto sembra perfetto e destinato a durare in eterno? I brividi dell’amore, gli amici indivisibili, le scorribande alcoliche, le nottate interminabili e la sicurezza che il giorno dopo a lavoro non avrete neanche un filo di mal di testa. Poi l’età avanza e soltanto un videogioco in realtà virtuale a induzione neurale vi può far tornare giovani.

Vediamo come il primo episodio della quinta stagione di Black Mirror affronta la crisi dei quaranta anni.

Se avete visto il trailer e non l’episodio intero vi avverto subito: le mie intenzioni in questo articolo sono l’analisi di cosa ci sia dietro la trama, per cui…

Certezze che cadono come mattoncini del Tetris

Prima di poter analizzare la vicenda, è fondamentale analizzare il punto di partenza dei due protagonisti.

Danny e Karl, due ex compagni di studio, si ritrovano alla festa dei 38 anni di Danny ed è chiaro per entrambi che tante cose sono cambiate negli ultimi undici anni. Se un tempo la loro vita era locali notturni, donne, videogiochi e droghe, ora il prato della villa di Danny è affollata di coppie con i loro figli.

Danny si è sposato con la fidanzata storica Theo, ha un bambino e un lavoro noioso. La sua carriera nel basket si è interrotta causa incidente al ginocchio e ha iniziato a non curare più il fisico come una volta. Inoltre i doveri coniugali di concepire un altro figlio sono per Danny un peso. “L’app dice che abbiamo un picco di fertilità” gli dice la moglie mettendosi a letto. A chi non annullerebbe la libido una frase del genere?

Karl ha una vita più entusiasmante, è un produttore discografico di successo anche se nell’ultimo anno la relazione con la fidanzata storica dei 20 anni è finita. Per rimettersi in carreggiata Karl cura il fisico (tanto sport e depilazioni intime) e frequenta una 28enne mozzafiato, anche se la differenza di età gli spegne l’entusiasmo.

La nostalgia dei 20 anni è ben rappresentata da Danny che gioca a Tetris e Karl che passa il tempo con un flipper olografico. È chiaro che i due amici cercano di fuggire da una realtà che ormai li soffoca.

“L’ignoranza è un bene” ma anche fingere è OK.

I giovani Danny e Karl giocano dal divano

Con l’arrivo della crisi di mezza età, Danny e Karl provano a rincorrere la loro gioventù persa rigiocando al loro picchiaduro preferito: Striking Vipers. È qui che Danny e Karl attraversano lo specchio nero. Rispetto ad un tempo in cui passavano ore sul divano con il joypad, uno affianco all’altro, la nuova versione permette di giocare ognuno dal proprio salotto, a distanza. Si incontrano sul ring virtuale nelle vesti dei personaggi che sceglievano da ragazzi: la bionda Roxette per Karl e il muscoloso Lance per Danny. Grazie alla tecnologia TCKR System (già presente negli episodi San Junipero e Black Museum) i due giocatori hanno un’immersione totale nel VR e, come in Matrix (di cui la cit. appena sopra), ricevono dal gioco tutte le stimolazioni sensoriali che rendendo quel mondo reale.

In fuga dalla loro vita insoddisfacente, i due si ritrovano a fare sesso virtuale.

“Quindi… immagino che siamo gay ora.”

È Karl, nelle vesti di Roxette, a fare il punto della situazione con questa battuta. Entrambi minimizzano, ma è chiaro che la situazione è imbarazzante: quanto successo mina le certezze riguardo la loro sessualità. Questo non gli impedisce di rivedersi online più e più volte per altri incontri di sesso virtuale.

È interessante come sia proprio Karl a interpretare l’altro sesso, lui che cura un fisico da macho e si vanta di stare con donne di dieci anni più giovani. Forse questo aspetto del personaggio ricade nello stereotipo del maschio che estremizza la propria sessualità perché incapace di accettare l’omosessualità latente. Un’altra chiave di lettura potrebbe essere il fatto che Karl sfrutti un avatar femminile per ottenere il consenso di Danny. Dubito che avrebbe accettato un rapporto simulato con un personaggio maschile, e tanto meno con l’orso Tundra. Inoltre è Karl, rivestito del ruolo femminile, ad essere in cerca di maggiori attenzioni, probabilmente quello che avrebbe voluto da una giovane compagna che preferisce “finire da sola” guardando un porno invece di chiedere all’amante cosa c’è che non va.

Danny e Karl, giocando di ruolo, riescono a crearsi quel rapporto perfetto tra uomo e donna di cui sentono la mancanza alle porte dei loro 40 anni.
Un piccolo dettaglio. A inizio episodio il giovane Danny, dopo aver flirtato con la futura moglie Theo come fosse stato uno sconosciuta, le dice “Me lo devo proprio ricordare. A te piacciono i giochi di ruolo.”

Non conta dove, l’importante è fuggire

Danny, appagato dal gioco di ruolo sessuale/virtuale condiviso con il suo caro amico, inizia a trascurare il rapporto con la moglie. A differenza di molti altri episodi di Black Mirror, non credo che il ruolo giocato dalla tecnologia sia così importante nella storia. È vero che il TCKR permette loro un’immersione nel virtuale che potrebbe dare dipendenza, ma il punto centrale della storia è rappresentato dal fatto che due uomini adulti fanno diventare una semplice passione il centro delle loro vite. Sarebbe stato uguale se Danny e Karl, invece di “giocare” a Striking Vipers, fossero due alpinisti in cerca di vette sempre più alte da scalare in totale solitudine. Oppure se si fossero messi a produrre metanfetamine desiderando un giorno di diventare gli incontrastati signori della droga.

Ogni attività può essere una fuga se si arriva a mettere da parte il resto della propria vita. E Danny lo capisce quando la moglie finalmente gli sbatte in faccia il fatto che lui la sta trascurando e che lei è tentata di frequentare un’altro uomo. Danny da un taglio netto al rapporto con Karl, recupera il rapporto con Theo e accetta il suo stato di 40enne padre di famiglia. Ma come prevede ogni buon manuale delle dipendenze, Danny ha una ricaduta portando lo spettatore ad un finale piacevolmente imprevisto.

Quando Danny e Karl si baciano nel mondo reale rimanendo indifferenti l’uno all’altro, l’illusione si rompe. La loro non era una vera passione ma solo una perversione sessuale ingigantita per riempire dei vuoti. L’epilogo non lascia dubbi, ogni personaggio accetta la propria situazione: Karl colma i suoi vuoti con un gatto mentre Danny, con la concessione di Theo, si concede una scappatella virtuale per il giorno del suo compleanno. Lei, invece, avrà una scappatella nel mondo reale.

Un bell’episodio

Forse un po’ lento all’inizio, ma devo dire che è stato un bell’episodio. L’unico neo per quanto mi riguarda è il ruolo dalla tecnologia. Come spiegato prima, la fuga dalla realtà sarebbe potuta avvenire anche con un mezzo diverso da un videogioco in realtà virtuale a induzione neurale. E Black Mirror ci ha abituati a storie in cui la tecnologia invasiva è il cardine di ogni evoluzione della trama. Ma ho trovato interessante come hanno sfruttato l’elasticità di genere che può dare un gioco online. A tal proposito, date un’occhiata al mio articolo su Il mondo dei replicanti con Bruce Willis.

Nei videogiochi, vi è mai capitato di interpretare personaggi di sesso opposto? Se sì, per quale motivo?

A presto per la recensione dell’episodio 5×02.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *