Avete visto #AlteredCarbon? È una serie TV targata Netflix di chiaro stampo cyberpunk, incentrata sul tema dell’immortalità ottenuta dalla tecnologia e i consecutivi dubbi etici. Ispirata all’omonimo romanzo di Richard Morgan (pubblicato in Italia da TEA), Altered Carbon fa ciò che la fantascienza (quella stile P. K. Dick) sa fare meglio: esasperare la tecnologia per tirar fuori il peggio dall’animo umano. L’immortalità aprirà la strada a perdita di umanità, perversioni e violenza gratuita… non è una serie per i deboli di stomaco.
Un personaggio in controtendenza
Ciò che mi porta a parlarne in questa pagina, è uno dei personaggi più originali che abbia mai incontrato in un’opera fantascientifica: un hotel!
Sì, nella storia è presente il Raven Hotel gestito da Poe, una intelligenza artificiale cosciente. Già il fatto che questa IA si presenti con le sembianze dello scrittore Edgar Allan Poe (qui a sinistra, interpretato da Chris Conner) è una scelta interessante, in totale contrasto con l’ambientazione iper-tecnologica e decadente dell’intera serie.
Il concetto che mi ha affascinato, chiaro sin dalle prime scene, è il fatto che la IA sente come parte di sé l’intera struttura dell’edificio. È un modo questo di intendere l’IA più simile a HAL9000 di “2001: Odissea nello spazio” che ai robot umanoidi a cui la stampa ci ha abituato ultimamente. Più che rinchiusa in un corpo con dei confini fisici ben precisi (come lo siamo noi), la “mente” di Poe è connessa in modo diretto a più dispositivi: una capacità che solo un’entità digitale può avere e sfruttare. Ogni telecamera, sensore, porta o mitragliatrice non è solo uno strumento a cui può accedere, bensì un’estensione del suo essere, da usare in modo quasi istintivo.
E se gli abitanti di Bay City del 2384 (dove è ambientata la serie) possono cambiare corpo con estrema facilità, la IA Poe è fortemente legata al suo hotel in stile 19esimo secolo.
Più umano degli esseri umani
Il suo rappresentarsi come uno scrittore dell’ottocento e adottare un look retrò, è secondo me il modo per Poe di discostarsi da un’umanità che invece ha perso la sua coscienza e il controllo della tecnologia. Proprio lui che è una IA cosciente frutto della più ferrea logica matematica. Poe si appassiona alla vita degli umani, è fiero e geloso del proprio hotel. È come se l’autore avesse voluto proprio evidenziare la perdita di etica dei protagonisti conferendola invece a una entità che dovrebbe essere molto lontana dall’essere viva.
Ma il libro è sempre meglio, dicono
La serie mi è piaciuta abbastanza: grande immersione, belle ambientazioni e tecnicamente eccelsa. Ma verso il finale soffre della necessità di condensare nel mezzo audiovisivo quei concetti complessi e quelle sfumature dei personaggi che solo un romanzo, con i suoi tempi più dilatati, può trasmettere.
Leggerò il romanzo. Anche conoscendo la storia, sono sicuro che potrà regalarmi molte sorprese.
Cosa ne pensate di Altered Carbon e della IA Poe?